Camillo Pavan
Informazioni su libri e ricerche dell'autore trevigiano
sabato 29 gennaio 2022
mercoledì 26 gennaio 2022
CAMILLO PAVAN - LIBRI DISPONIBILI su carta + ebook - ELENCO
2 - In fuga dai tedeschi, L'invasione del 1917 nel racconto dei testimoni. In appendice: Preti e vescovi dopo Caporetto - (2004) - Pagine 160, formato 17 x 24, brossura - libro € 18,50 ebook € 7,50
4 - 29 aprile 1945: strada Noalese presso Quinto: morte di nove partigiani - (2015) - Pagine 170, formato 15 x 23, brossura, ISBN 978-88-88880-83-9
5 - Maleviste, 25 aprile 1945. Cinque caduti per la libertà nella campagna fra San Vitale di Canizzano, Sambughè di Preganziol e Zero Branco - (2016) - Pagine 139, formato 15 x 23, brossura, ISBN 978-88-88880-87-7
Edizioni Istresco - € 12,00 (libro) ebook (prodotto in proprio, pagine 69 formato A/4) € 3,00
6 - Angelo Decima, La resistenza dei ferrovieri comunisti di Treviso, Un documento del 1945 ritrovato a Milano, a cura di Camillo Pavan - (2019) - Pagine 148, formato 15 x 23, brossura, ISBN 978-88-9491-907-3
Edizioni Istresco - (in collaborazione con Spi-Cgil) - € 12,00 (libro)
FIUMI
4 - I paesi e la città in riva al Sile, Un secolo di storia del fiume in 142 cartoline - (1991) - Hanno collaborato: Anselmo Lemesin e Francesco Turchetto - Pagine 128, formato 18x30, cartonato - libro € 18,08 ebook € 7,07
5 - Navigare sul Po, Storia di una famiglia di barcari - (2006) - libro € 9,00 ebook 2,50
6 - Le dighe e le centrali idroelettriche del Bacino del Piave, Elenco completo degli impianti della SADE, con i dati tecnici al 1963. Ristampa di pubblicazioni ufficiali della Società Adriatica di Elettricità. Con 58 foto - (2001) - Pagine 64, formato 17 x 24, brossura - € 13,00 (solo libro)
7 - Lo sfruttamento idroelettrico di Tagliamento, Cellina, Isonzo, Elenco completo degli impianti della SADE, con i dati tecnici al 1963. Ristampa di pubblicazioni ufficiali della Società Adriatica di Elettricità. Con 27 foto - (2001) - Pagine 32, formato 17 x 24, punto metallico - € 8,00 (solo libro)
VARIA
8 - Porto Marghera, le origini, Ristampa anastatica - (1993) - dalla rivista Le Tre Venezie, ottobre 1932 - Pagine 48, formato 17 x 24, brossura - € 7,75 (solo libro)
Solo ebook
6 - Drio el Sil. Storia, vita e lavoro in riva al fiume a S. Angelo e Canizzano. Seconda edizione - 1986 - Pagine 190, formato 15 x 21 ebook € 5,20
domenica 23 gennaio 2022
Ebook e opuscoli autoprodotti
D’un tratto mi accorsi che non era rimasto più nessuno.
Ma come?
E i tedeschi a casa nostra, la cui presenza misteriosa e minacciosa aveva accompagnato la mia infanzia? E quella contraerea sul campo appena di là della strada; quei soldati in casa che scherzavano (scherzavano?) con le ragazze; quel soldato tedesco che si era ucciso maneggiando (volontariamente?) una bomba a mano...
E quella volta che mio padre fu tenuto sotto tiro dal mitra di un tedesco piazzato sotto il portico finché, passo dopo passo, non uscì dal cancello?
Nessuno ne sapeva niente.
Quelli che avevano vissuto i giorni della guerra in casa, ora non c’erano più. Tutti morti.
Mio padre, mia madre, mia zia, i vicini. Per fortuna c’era mia sorella Carmela, nata due anni prima della guerra. «Ecco. Lei di sicuro si ricorderà».
Anteprima integrale online, gratis. Acquista l'ebook in Pdf per consultazione offline, € 1,04
2008.11 - Camillo, mio nonno. In occasione del primo compleanno della nipote Elettra
La storia del nonno Camillo (Calamino Ceccato, detto Camillo, Camìo per i familiari, Seren del Grappa 1873 - Carbonera 1946), emigrante da giovane nel vicino impero austriaco e in Germania, è la storia di una vita ordinaria in un secolo straordinario quale fu il '900. Sposato alla compaesana Angela D'Ambros (1875-1948) riuscì a crescere sette figli contando solo sulle proprie forze, senza previdenze sociali, senza soldi (ma anche senza lasciar debiti).
Anteprima online, gratis. Acquista ebook, € 0,99
2009.05 - Di acuto fiero morbo, Trenta lapidi del cimitero di Sant'Angelo sul Sile (coperte di rose)
Le trenta lapidi superstiti del cimitero di Sant'Angelo (Treviso) risalgono a fine Ottocento - inizio Novecento. Ricordano con poche frasi, ad un tempo retoriche e realistiche, le vite di alcuni abitanti di quello che era un piccolo villaggio in riva al Sile.
Ci sono quattro preti, il dottore, l'agente municipale, la giovinetta annegata nel fiume, un paio di morti in guerra ed altri senza specifici ragguagli: quasi di sicuro contadini, anche se fra i più benestanti, quelli cioè che potevano permettersi il marmo.
Sono il ricordo di singole persone, ma sono anche brani di storia di un paese perduto. Andrebbero valorizzate e, se necessario, restaurate.
Oppure, si possono coprire di rose.
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2009.09 - Autobiografia per immagini (1955-2007)
Ho potuto attingere al gran numero di foto conservate fin da quando, nei primi anni ‘60 - con i “punti” che si trovavano nelle confezioni del detersivo AVA della Mira Lanza - la mia impareggiabile sorella Carmela mi ha permesso di ordinare una macchina fotografica tutta per me.
Già allora provavo la sensazione di un tempo che corre troppo veloce e una foto mi dava l’illusione di fermarlo.
Almeno per un attimo.
L'opuscolo si trova in due biblioteche di Treviso:
Comunale e dell'Ateneo
2009.12 - Scritti per YouTube. Testi a commento dei video: battere la falce, gioco della borella,
piantata padana, radicchio rosso di Treviso, lunghezza del fiume Sile
Scritti per YouTube è un ossimoro, perché nulla è più lontano di YouTube dalla scrittura. Il popolarissimo sito internet, infatti, si basa sulla forza delle immagini e sulla rapidità con cui esse vi possono essere inserite e viste in tutto il mondo…
Il 9 agosto 2009, quando caricai il primo breve video di una gita in barca sul Sile con l’amico Mario Vezzà usai 278 caratteri per descriverlo e neppure mi sfiorava l’idea di utilizzare il sito per inserirvi anche dei testi. Poi mi accorsi che lo spazio riservato da YouTube alla descrizione era di circa 4900 battute. Non è poco: è più o meno la lunghezza di un dignitoso articolo di giornale.
Anteprima online, gratis. Acquista ebook, € 1,04
La tecnica della forzatura del radicchio rosso tardivo di Treviso, documentata dagli anni '60 dell'Ottocento, si è progressivamente affinata grazie al contributo di valenti agronomi e soprattutto allo spirito di osservazione e capacità di sperimentazione dei contadini locali.
L'ipotesi che a "inventare" il radicchio nella sua forma più pregiata sia stato il belga Francesco Van den Borre, giunto a Treviso verso il 1860, è in realtà un'invenzione dello scrittore Giuseppe Maffioli.
Per sostenere la sua tesi, Maffioli ha modificato un testo originale di Aldo, figlio di Francesco Van den Borre, dando origine a un falso storico tuttora acriticamente riproposto - ahimè - anche da Wikipedia.
Immediata la rappresaglia nazista: dieci contadini del piccolo borgo in cui i volontari della libertà avevano trovato rifugio furono portati a Montebelluna e fucilati al muro del campo sportivo; le loro case date alle fiamme.
Gli abitanti di Trevignano non perdoneranno mai i partigiani, ritenuti causa dell’eccidio, dimenticando (o passando in sottordine) il fattivo contributo dei fascisti della zona che “portarono per mano” i tedeschi nella sperduta località di Zapparè.
Anteprima online, gratis. Acquista ebook, € 1,08
2020.11 - Lo storico Antonio Serena e l'impiccator cortese. 25 settembre 1944: un episodio del rastrellamento del Grappa
Anteprima online, gratis. Acquista ebook, € 1,55
Il testo è presente in forma cartacea
nelle seguenti biblioteche ...
All'opuscolo cartaceo è allegato un DVD con video, foto, interviste audio con relativa trascrizione integrale, testo dell'ebook.
2022.01 - Carbonier. Il lavoro dei carbonai di Marziai (BL) nel racconto dei testimoni. Sette interviste raccolte nel giugno 1986
Carbone indispensabile nelle città per cucinare e riscaldare, ma utilizzato anche in molte attività artigianali e paleoindustriali prima dell’avvento delle moderne fonti energetiche.
Anteprima integrale online, gratis. Acquista ebook, € 2,60
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giovedì 2 aprile 2020
La peste del 1630 a Treviso (TV)
Data
|
"Da Comunion"
|
"Senza" (bambini)
|
Totale abitanti
|
12 - 4 - 1626
|
201
|
135
|
336
|
26 - 3 - 1627
|
202
|
130
|
332
|
18 - 4 - 1628
|
192
|
122
|
314
|
02 - 4 - 1629
|
170
|
103
|
273
|
18 - 3 - 1630
|
166
|
85
|
251
|
- 4 - 1631
|
181
|
92
|
273
|
29 - 3 -1632
|
193
|
97
|
290
|
30 - 3 -1633
|
194
|
95
|
289
|
23 - 3 -1634
|
197
|
102
|
299
|
27 - 3 -1635
|
194
|
93
|
287
|
10 - 3 -1636
|
200
|
100
|
300
|
-3 -1637
|
202
|
103
|
305
|
29 -3 -1638
|
199
|
104
|
303
|
26 -3 -1639
|
202
|
120
|
322
|
08 -3 -1640
|
201
|
115
|
316
|
16 -3 -1641
|
203
|
120
|
323
|
02 -4 -1642
|
-
|
-
|
353
|
- / - /- 1643
|
197
|
123
|
320
|
Come si può notare il punto più basso fu toccato nel marzo del 1630 e non tanto perché la peste avesse maggiormente imperversato fino allora quanto perché ancor più ed ancor prima della peste la popolazione era stata decimata dalla carestia.
Ancora una volta ci aiuta l'analisi dei registri parrocchiali
In questo caso del registro dei morti 9.
STAGIONALITÀ
DEI DECESSI A S. ANGELO (TV) DAL 1628 AL 1632
|
Il vento di morte era iniziato a spirare violento già alla fine dell'estate del 1629: fu infatti nel mese di settembre di quell'anno che si registrò il più alto tasso di mortalità.
Non sappiamo se anche nel 1629 il raccolto sia stato scarso. È certo però che le conseguenze della carestia delle precedenti annate agricole continuavano a farsi sentire. I contadini infatti, per sopravvivere, avevano dovuto indebitarsi. Ora i debiti andavano pagati, ovviamente vendendo cereali, che erano così sottratti all'alimentazione: e ad organismi ormai allo stremo della resistenza era sufficiente un nulla per essere stroncati.
In occasione della peste, S. Angelo, come le altre "ville" dei dintorni, divenne meta ambita dalla nobiltà e dai cittadini abbienti della vicina Treviso, che vi si rifugiarono nel tentativo, peraltro spesso inutile, di sottrarsi al morbo.
Le fonti dell'epoca, anche quelle letterarie, non lasciano dubbi al riguardo.
Bartolomeo Burchiellati, medico e cronista trevigiano, ricorda come avesse mandato nella sua villa di Fontane i familiari 10.
Giovanni Minoto, commentando l'arrivo a Treviso il 1° settembre 1631 del provveditore alla Sanità Giacomo Marcello, sottolinea come egli non trovò «soggetti tanti che bastassero per fargli il degno incontro che meritava (poiché quasi tutta la nobiltà e civiltà, fuor che quelli che avevano carico, si era ritirata in Villa» 11.
Puntuale il libro dei morti di S. Angelo registrava:
«A di 26 otobrio 1630
La mag(nifi)ca sig.ra Thadia, moglie del q(uond)am
mag(nifi)co sig. Lorenzo Pinzini essendo in questa vil-
la di S.to Agnolo di anni 66 … passò da questa a mi-
glior vita. Il suo corpo per le strettezze delle cose della
sanità fu sepolto in questo sacrato apreso la
sacrestia …»
Evidentemente la signora Thadia, venuta in Villa sperando di farla franca, non solo vi morì ma, cosa disdicevole per dei nobili, dovette anche esservi sepolta.
L'anno successivo, fra gli altri nobili e "cittadini", il 19 settembre toccò a Madonna Cattarina del fu Pascale di Venezia.
Trovatasi a S. Angelo e resasi conto che era ormai giunta la sua ora, pensò bene di lasciare una somma alla chiesa affinché «pe l'anima sua siano ditte cento messe … e trentasei ditte secondo la sua intenzione».
Ma ormai, lentamente, la terribile epidemia andava esaurendosi e, quasi fatto simbolico, dopo tanta morte e desolazione, nacquero di là del fiume, a Corona, due gemelle: Maria e Margarita, figlie di Primo Visentin e di donna Cattarina sua moglie.
La barca con i genitori e le due bambine, e il compare Hieronimo Rizzardo al remo, attraversò il Sile. Sull'altra sponda, all'ingresso della chiesa di S. Angelo, li attendeva per celebrare il battesimo, pre Marco Sabbadini.
Era il 22 ottobre del 1631. La vita riprendeva.
Note
1 Daniele Beltrami, Storia della popolazione di Venezia dalla fine del sec. XVII alla caduta della repubblica, Padova, 1954.
2 Nilo Faldon (a cura), Un singolare documento della peste del 1630 nel territorio di Conegliano, 1962.
Si tratta di un breve dattiloscritto in cui Faldon (archivista della curia di Vittorio Veneto) riporta una cronaca coeva della carestia del '29 e della peste del 1630, opera di don Gerolamo Lissotti, parroco di Sarano e rinvenuta in quell'archivio parrocchiale in una copia del 1765.
3 Ma non solo secondo lui, visto che la descrizione della peste a Treviso di Giovanni Minoto inizia esprimendo lo stesso concetto.
Riguardo alle dispute sulle cause della peste, cfr. Paolo Preto, Peste e società a Venezia, 1576, Vicenza, 1978, pp. 160-186.
4 Giovanni Minoto, Breve compendio delle heroiche operationi, et provisioni fatte in materia di Sanità. Dall'illustrissimo e prestantissimo sig. Angelo Trivisano Meritissimo Podestà e Capitanio di Trevigi. Treviso, MDCXXXII, Girolamo Righettini. (Biblioteca comunale di Treviso).
5 Idem.
6 Eugenio Bacchion, La peste manzoniana in Treviso, in "Archivio Veneto", vol. IV, 1928, p. 247. Si tratta di un preciso e documentato studio che fra l'altro riporta integralmente i provvedimenti presi dalle autorità sanitarie in quell'occasione.
7 Giovanni Minoto, Pubblicazione della liberatione del mal contagioso della città di Trevigi. Concessa dall'illustrissimo e eccellentissimo sig. Giacomo Marcello Dignissimo Provveditore sopra la Sanità in Trevisana. Treviso, MDCXXXII, Girolamo Righettini. (Biblioteca comunale di Treviso).
Si tratta di un volume, già appartenente alla biblioteca del canonico Giuseppe Antonio Bocchi, contenente una raccolta di "orazioni in lode" dei podestà o altri personaggi pubblici, al termine del loro mandato.
8 APSA (Archivio Parrocchiale Sant'Angelo), Stato d'anime, fasc. 1626-1669.
9 APSA, Registro dei morti, fasc. 1601-1645
10 Adriano Augusto Michieli, Echi e vittime della gran moria del 1629-31 in Treviso. In "Atti dell'Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti", T. CXIII, 1954-55, p. 35.
11 G. Minoto, Pubblicatione della liberatione… (Op. cit.)
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Camillo Pavan, © 1986, dal libro Drio el Sil. Storia, vita e lavoro in riva al fiume a S. Angelo e Canizzano, pp. 47-52
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