mercoledì 27 giugno 2012

Il cimitero dei burci, i barconi del Sile, a Casier



Ad usare per primo su un testo che parla del Sile un termine quale “cimitero”, ormai diventato d’uso comune, è stato - a quanto ci risulta - Giuseppe Mazzotti, nel numero 1, p. 16 dei Quaderni del Sile (maggio 1978): «In un’ansa, quasi un favoloso cimitero di navi, spuntano dall'acqua resti di barche sommerse».
In quegli anni sarebbe stato facile il recupero di almeno un barcone, a scopo museale-didattico. Purtroppo l'occasione è andata perduta e ora i vecchi burci (le tipiche imbarcazioni fluviali da trasporto merci, a fondo piatto), pur visibili a distanza ravvicinata grazie a una passerella ciclo-pedonale che ci permette di coglierne la nuda e possente struttura, stanno per essere inesorabilmente assorbiti dal fiume.

                           

A PROPOSITO DI RECUPERO (nota del 27.2.2023)

Segnalo la preziosa iniziativa di recupero di un vecchio burcio ad opera dei giovani veneziani dell'Associazione Culturale Batipai e del loro FRECCIA AZZURRA che diventerà un 
"laboratorio culturale galleggiante e itinerante"
Al fine di completare il restauro degli interni e del ponte di coperta, l'Associazione ha aperto una raccolta fondi che si concluderà il 24 aprile 2023.


                            

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Dal libro Sile. La piarda di Casier, di Camillo Pavan, 2005, p. 6.


Il cimitero dei barconi del Sile
1979. Forse la prima, certamente la più nota fra le foto 
d'epoca del cimitero dei burci. E' tratta dal libro di Giancarlo Gardin, 
Il Sile. Vita fra terra e acque da Treviso a Venezia.
Didascalia originale: Quasi tutti i burchi sono stati messi in disuso.
Questa è una visone dall'aereo del "cimitero di barche", a Silea.

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