lunedì 21 maggio 2012

Dighe bacino Piave - Camillo Pavan, libro disponibile


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Impianto Piave – Ansiei

«Le acque dell’Alto Piave sono regolate dal serbatoio del Comelico, ottenuto sbarrando la val Comelico subito a monte di Cimagogna mediante una diga a volta doppia curvatura, alta [...] . La galleria in pressione, che adduce le acque alla centrale di Pelos, ha una lunghezza di [...].
Le acque dell’Ansiei sono regolate dal serbatoio di [… ]».
[...]

Impianto Piave – Boite – Maè – Vajont

«L’impianto Piave - Boite - Maè – Vaiont utilizza il corso medio del Piave ed i suoi affluenti Boite, Maè e Vajont, ciascuno regolato da un proprio serbatoio [...]
La regolazione delle acque del Piave è affidata ai due grandi serbatoi di Pieve di Cadore e del Vajont.
Il serbatoio di testa di Pieve di Cadore è stato ottenuto mediante una diga ad arco-gravità disposta sopra un grande tavoliere roccioso […]
Il serbatoio del Vajont è stato ottenuto mediante una diga [...]
Dal serbatoio di Pieve di Cadore si sviluppa, sulla sinistra del Piave, per una lunghezza di [...], la galleria principale in pressione che adduce le acque [...] alla centrale di [...]
[...]

Impianti Piave – S. Croce

«Con gli impianti del Piave – S. Croce, completati nel periodo dal (…) le acque del Piave, captate presso Soverzene a quota 390 m, sono addotte al lago di S. Croce [...]
Il lago di Santa Croce […]
Il serbatoio del Restello sul Meschio [...]
[…]

Impianti Cordevole – Medio Piave

«L’integrale utilizzazione del torrente Cordevole, affluente di destra del Piave, è  realizzata con un complesso di impianti, parte già in esercizio, parte in costruzione od in progetto, che si possono suddividere nei tre gruppi seguenti:
Impianti Alto Cordevole: [...]
Impianti Medio Cordevole [...]
Impianti Cordevole – Mis – Piave [...]
Mediante la presa di Busche il Piave viene [...]


Dal volume Le dighe e le centrali idroelettriche del Bacino del PiaveC. Pavan Editore, Treviso, 2001    (disponibile solo il libro, no ebook) 



giovedì 10 maggio 2012

Porto Marghera, Le origini - Indice del libro


(libro disponibile solo su carta, no ebook)
Premessa
Cronologia 1902-1923
La genesi di Porto Marghera ed i criteri della sua realizzazione, di Giuseppe Volpi di Misurata
Porto Marghera - Le origini, di Luigi Pagan
    "           "        Disegno e sviluppo del Porto Industriale
    "           "        I lavori eseguiti
    "           "        Sviluppo delle attività industriali
    "           "        Il traffico a Porto Marghera 1922-1932 - Movimento ferroviario e marittimo (in t) TABELLA
Le opere del Comune per la creazione e lo sviluppo di Porto Marghera
    "           "        "      Acquisto di aree per la formazione del Quartiere Urbano
    "           "        "      Costruzione della rete stradale
    "           "        "      Costruzione delle fognature
    "           "        "      Acquedotto per acqua potabile
    "           "        "      Acquedotto per acqua industriale
    "           "        "      Illuminazione pubblica
    "           "        "      Istruzione pubblica
    "           "        "      Edifici per servizi diversi
    "           "        "      Piantagioni
    "           "        "      Il grande cavalcavia
    "           "        "      Spese generali e diverse fino ad oggi sostenute e spesa totale
    "           "        "      Uno sguardo all'avvenire
Le case popolari costruite a Marghera dall'Istituto Autonomo
Le opere del Provveditorato al Porto: Il piano e il progetto di primo arredamento del Molo Commerciale A
Panorama di Marghera, La poesia della macchina, di Giannino Omero Gallo
Gli stabilimenti industriali di Porto Marghera - Zona Industriale Nord, Zona Industriale Ovest
Il padiglione di Porto Marghera alla Fiera di Padova
Il molino Soc. An. Chiari & Forti a Porto Marghera
Il giudizio di Cesco Chinello su P.M. tratto da C. Chinello, Porto Marghera 1902-1926...
Giuseppe Volpi, note biografiche
La rivista Le Tre Venezie, Nota storica a c. dell'editore

(libro disponibile solo su carta, no ebook)

Porto Marghera, Le origini - Due pagine del libro



Quattro immagini dei lavori eseguiti (al 1932)
dalla "Società Porto Industriale di Venezia"
A sx. in alto - "Colmata idraulica eseguita con elevatore meccanico"
In basso - "Un elevatore meccanico al lavoro"
A dx. in alto - "Un ponte in costruzione sul canale d'Oriago"
In basso - "Conca di navigazione sul canale da Oriago a Porto Marghera"

A sinistra. Conclusione dell'articolo di Giannino Omero Gallo
"Panorama di Marghera - La poesia della macchina"
A destra. Inizio del capitolo "Gli stabilimenti industriali di Porto Marghera"
che riporta nomi e attività delle 78 aziende presenti nel 1932:
58 nella "Zona Industriale Nord" e 20 nella  "Zona Industriale Ovest".
Nella foto in alto a destra:
"Veduta generale dello stabilimento della S.A.V.A." (Foto Giacomelli)

Ordina
(libro disponibile solo su carta, no ebook)  

Porto Marghera, Le origini - Libro disponibile solo su carta


Indice    Due pagine    Ordina 

Copertina e retro-copertina

Dalla Premessa

Già dopo la caduta della Repubblica, sotto la dominazione napoleonica prima e austriaca poi, si iniziò a intravedere come gli interessi di Venezia fossero sempre più protesi verso la terraferma e la valle padana.


Una prima conferma di questo processo fu la costruzione nel 1846 del nuovo ponte ferroviario translagunare, che sancì il passaggio del baricentro della città
 dall'asse S. Marco-Rialto 
a quello Rialto-S. Lucia.


Sulla stessa linea di tendenza fu la nascita 
della stazione marittima (1880), alle spalle del centro storico 
e in stretto rapporto con lo scalo ferroviario.
Divenuto ben presto necessario 
l'ampliamento della "marittima" 
si sviluppò un ampio dibattito dal quale emerse 
già nel 1902, ad opera di Luciano Petit,
 l'idea rivoluzionaria e decisiva 
per l'avvenire della città, 
di un nuovo porto in terraferma.




Dalla Lettera-introduzione di Giuseppe Volpi al direttore di "Le Tre Venezie"


… Ho sovente occasione di persone che si felicitano per il rapido incremento di "Porto Marghera"; poco più di dieci anni or sono era, infatti, una palude infestata dalla malaria. (…)
In piena guerra (...) quasi a sfida del nemico vicino e sicuri della vittoria, in pochi, abbiamo voluto superare le riluttanze e porre i fatti compiuti a testimoniare delle nostre convinzioni; altri dirà perché il nostro gesto fu meritorio: io di nuovo affermo che fu tempestivo e logico. (…)
Io mi vanto di appartenere a quei veneziani che possono a volte apparire troppo rigidi nella conservazione della nostra Città, quale ci fu affidata dai nostri maggiori; ma era facile prevedere che anche Venezia doveva uniformarsi alla vita di oggi, e che perciò ogni stabilimento creato in essa, ogni attività mercantile realizzata nell'ambito delle antiche isole sarebbero andati a scapito dei pochi spazi liberi ancora esistenti, dei polmoni ristretti coi quali ancora respira: bisognava andare ai limiti della terraferma, in acque quiete, in distesa pianura, con una magnifica rete di strade e di binari ferroviari alle spalle, con canali fluviali di facile accesso, col ponte sulla laguna allargato ad unire le due sezioni portuali di Porto Marghera e della Marittima; e questa era la logicità.
La febbre costruttiva del dopoguerra ci aiutò; il Fascismo rinnovatore creò quella atmosfera di fiducia e di lavoro che tutti riconoscono, e le iniziative si moltiplicarono. (…)
E' Porto Marghera l'avvenire mercantile sicuro di Venezia; è la sua più grande difesa per l'incolumità artistica delle antiche isole che tanto amiamo. (…)

Giuseppe Volpi, Palazzo San Beneto - Venezia, 24 maggio 1932



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mercoledì 9 maggio 2012

SADE, impianti di trasporto dell'energia elettrica


«Lo sviluppo della rete primaria di trasporto del Gruppo SADE ha accompagnato lo sviluppo della potenza di generazione e del carico: sono aumentate progressivamente le capacità di trasporto e di trasformazione, sia per l’alimentazione delle reti locali di distribuzione, sia per l’interconnessione tra i servizi a diversa tensione.
Con l’aumento della potenza da trasmettere e della distanza di trasmissione si è passati a valori sempre più elevati della tensione nominale di trasporto. Inizialmente la rete primaria del Gruppo SADE si era sviluppata alla tensione di [...] V; con inizio nel [...], ed un arresto nel periodo della guerra mondiale, si completava nel [...] la trasformazione di questa rete alla tensione di [...].
Nel [...] veniva costruita la prima linea a [...] V dall'impianto di Santa Croce [provincia di Belluno] a [... provincia di Ferrara] e la prima stazione di interconnessione 132.000 / 60.000 V a Portomaggiore.
Nel 1952 entrava in servizio la linea a 220.000 V[... BL] – [... VE ] – [... BO] iniziando lo sviluppo della rete a 220.000 V.
Già dall'inizio la rete a [...] V e poi a [...] V si estendeva praticamente su tutta l’attuale zona del Gruppo SADE, collegando con le sue maglie i centri di consumo [...] ».

I dati completi e le foto degli impianti si trovano nel libro 

Dighe e centrali idroelettriche dell'Isonzo - Libro disponibile


«L’utilizzazione del corso medio dell’Isonzo, fra le quote 153 e [...] m s.m. fu iniziata dalla SADE nel [...] con la costruzione di due centrali della potenza efficiente di 48.000 kW e produzione media annua di [...] milioni di kWh.
Il trattato di pace del settembre 1947 ha poi assegnato alla Repubblica Federativa Popolare Jugoslava il territorio ove sorgono gli impianti.
Il serbatoio di Santa Lucia [Most na Soci], alimentato da un bacino imbrifero di [...] km2, effettua la regolazione [...]
 Il serbatoio è stato ottenuto sbarrando la stretta di Sottosella [Podsela] mediante una diga ad arco dell’altezza di [...] m. Dal serbatoio di S. Lucia una galleria di derivazione in pressione, lunga [...] km, adduce le acque alla centrale di Doblari [Doblar], entrata in esercizio nel [...].
La centrale di Doblari, in caverna, è attrezzata con [...]. In previsione di forti sopraelevazioni del livello di scarico durante le piene dell’Isonzo, le turbine [...]
La diga di Aiba [Ajba], alta [...], a grandi luci munite di paratoie, capta le acque di scarico della centrale di Doblari e con un invaso di [...] m3 consente il funzionamento indipendente della sottostante centrale di Plava [Plave], entrata in esercizio nel [...].
La centrale di Plava [...] ».
I dati completi e le foto degli impianti si trovano nel libro 

Dighe e centrali idroelettriche del Cellina - Libro disponibile


[Diga di Barcis, del Cellina - Centrale  di  Malnisio, di Giais, del Partidor, di San Foca, di Villa Rinaldi]
«Gli impianti attualmente in esercizio utilizzano, fra le quote 402,00 m e [...] m, il corso medio ed inferiore del Cellina, regolati dal serbatoio di testa di Barcis.
Il serbatoio di Barcis, della capacità di [...] milioni di m3, è stato ottenuto sbarrando la valle del Cellina in località Ponte Antoi mediante una diga a volta a doppia curvatura asimmetrica dell’altezza di [...].
Dal serbatoio di Barcis le acque sono addotte mediante galleria in pressione della lunghezza di circa () km, alla centrale  [...]
A valle della centrale di Barcis le acque vengono riprese a mezzo della vecchia diga chiamata “del Cellina”, costruita con l’impianto di Malnisio nel [...]
Dalla presa della diga, un canale a pelo libero [...] adduce le acque alla centrale di Malnisio, entrata in funzione nel [...]
La centrale di Malnisio, intitolata al nome [...].
Dallo scarico della centrale di Malnisio attraverso canali a pelo libero, per la maggior parte all’aperto, della lunghezza complessiva di [...] km, le acque sono addotte alle due centrali in serie di [...]
A valle di queste centrali sono in esercizio dal [...] le due centrali di [...] anch’esse disposte in serie e sviluppanti globalmente una potenza efficiente di [...]
L’acqua di scarico è quindi convogliata entro i canali del vasto comprensorio del consorzio irriguo Cellina-Meduna. L’utilizzazione delle acque del Cellina rappresenta in tal modo un significativo esempio di [...]».
I dati completi e le foto degli impianti si trovano nel libro 

Dighe e centrali idroelettriche del Tagliamento - Libro disponibile


«Gli impianti del Tagliamento comprendono l’impianto Lumiei-Alto Tagliamento e l’impianto Medio Tagliamento-Somplago
L’impianto Lumiei-Alto Tagliamento utilizza il torrente Lumiei, affluente di sinistra del Tagliamento, insieme al sub-affluente [...]
Il serbatoio del Lumiei, dalla capacità utile di [] milioni di m3, è stato ottenuto sbarrando la profonda gola rocciosa del torrente [...] mediante una diga a volta a doppia curvatura alta [
Dal serbatoio del Lumiei una galleria in pressione lunga […] km adduce alla centrale di Ampezzo, situata in località Plan del Sac.
La centrale di Ampezzo, che si intitola al nome di Giuseppe Volpi, è entrata in esercizio agli inizi [...]
L’impianto Medio Tagliamento, utilizza le acque del corso medio del Tagliamento e dei suoi affluenti fra le quote 499,35 m e [...]
Una serie di prese, dal Lumiei compresi i deflussi dell’Alto Tagliamento [...] convoglia le acque al serbatoio dell’Ambiesta. In totale le opere di derivazione fino al serbatoio dell’Ambiesta hanno una lunghezza di circa [...]  km.
Il serbatoio dell’Ambiesta, con una capacità [...] è stato ottenuto sbarrando la stretta valle omonima mediante una diga [...]
La centrale di Somplago, in caverna, è predisposta per l’installazione di [...]»


I dati completi e le foto degli impianti si trovano nel libro 

SADE, Società Adriatica di Elettricità - Nascita di un impero economico



L’atto costitutivo della
SADE (Società Adriatica di Elettricità)
N. 5360-180 di Rep.
REGNANDO
S.M. VITTORIO EMANUELE III
PER GRAZIA DI DIO E VOLONTÀ DELLA NAZIONE
RE D’ITALIA
L’anno 190 [...] addì 31 [...]  in Venezia, negli uffici della Banca Commerciale Italiana.
Avanti di me Carlo Dr. [...] Notaio, qui residente ed ascritto al Consiglio Notarile di Venezia, presenti Giovanni Saffaro fu Raimondo ed Antonio Nordio fu Giovanni, RR. Pensionati, qui nati e domiciliati, testimoni noti ed idonei, si sono costituiti gli a me pur noti Signori:
1. Papadopoli (...) e possidente, qui nato e domiciliato;
2. Cav. Rag. Giovanni Battista [...] fu Annibale, nato a Mantova, qui domiciliato, quale direttore della  [...]

Essi comparenti tutti deducono quanto segue:

Viene costituita in Venezia una Società anonima per azioni sotto la denominazione «SOCIETÀ ADRIATICA DI ELETTRICITÀ » col capitale per ora di L. [...] in azioni di L. 100 cadauna sottoscritte come segue:


Co. [...]
Azioni
Banca [...]
»
[...]


Comm. Giuseppe [...]
»
Totale Azioni
[...]
Sulle dette azioni sottoscritte venne effettuato il versamento dei 3/10 prescritti dalla Legge presso la Sede locale della Banca [...]
Registrato a Venezia il 10 [...]
L’atto costitutivo integrale è pubblicato nei due volumi editi da C. Pavan, Treviso, 2001. 

lunedì 7 maggio 2012

Storia della SADE, Società Adriatica di Elettricità (1905-1955) - Libro disponibile


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La Società Adriatica di Elettricità (SADE) viene costituita in
Venezia [...], col capitale di L. 300.000,
«per la costruzione e l'esercizio di impianti per generazione,
trasmissione e distribuzione di energia elettrica in Italia e all'estero».
Fondatore ed animatore della nuova Società è Giuseppe Volpi che,
dopo Ruggero Revedin ed Amedeo Corinaldi, ne sarà a partire dal  [...]

DALLE ORIGINI ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Le prime attività della SADE sono necessariamente modeste,
limitandosi all'acquisto degli impianti di produzione e distribuzione [...]

DALLA PRIMA ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

Il lavoro di ripristino degli impianti distrutti e danneggiati
dalla guerra è intenso e rapido, cosicché già per il Natale del [...]

Dal volume 
Le dighe e le centrali idroelettriche del Bacino del Piave
C. Pavan Ed., Treviso, 2001  




Le centrali del Cordevole e del Medio Piave - Libro disponibile


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[Le centrali idroelettriche del Cordevole e del Medio Piave]

«(Gli impianti dell’ Alto Cordevole) comprendono le tre centrali di:


· Malga Ciapela…in caverna […]
· [...] all’esterno, con una potenza efficiente di …
· [...]

(Gli impianti del Medio Cordevole) comprendono le tre centrali di:

· Cencenighe… in caverna […]
· [...]
· [...]

(Gli impianti Cordevole-Mis-Piave) comprendono le quattro centrali di:

·Sospirolo… all’esterno … potenza efficiente [...]
. [...]
· [...]
· [...]

La superficie totale del bacino imbrifero utilizzato è di [...]  km.2.
L’energia elettrica generata nelle centrali viene immessa su linee [...]».

Centrali Piave-Santa Croce - Libro disponibile


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[Le centrali idroelettriche degli impianti Piave - Santa Croce]

«Con gli impianti del Piave-Santa Croce, completati nel periodo dal [...], le acque del Piave, captate presso Soverzene a quota 390, sono addotte al Lago di Santa Croce … e di qui a nove centrali, di cui sei disposte in serie… La restituzione delle acque avviene a diverse quote… l’ultimo scarico nel Livenza è a quota [...]
  • Centrale di Fadalto Nuova, intitolata al nome [...] può sviluppare una potenza efficiente di [...]
  • Centrale di Fadalto Vecchia… in prossimità alla sponda del lago Morto…
  • Centrale di [...]
Dal volume Le dighe e le centrali idroelettriche del Bacino del PiaveC. Pavan Ed., Treviso, 2001   


Centrali idroelettriche del Piave - Libro disponibile


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  • «La centrale di Pelos, del tipo all’esterno, sviluppa una potenza efficiente di [...]
  • (La centrale di Soverzene) … si intitola al nome di Achille Gaggia. Essa è entrata in esercizio nel […]
In un’ampia caverna a 500 m nell’interno della montagna sono installati 4 gruppi turbina …, ciascuno alimentato da una condotta forzata in calcestruzzo armato precompresso, capace di sviluppare una potenza di … kW. In una caverna adiacente sono sistemati i corrispondenti trasformatori, costituiti da unità monofasi che elevano la tensione da 10.000 V a …
Le centrali secondarie dell’impianto Piave - Boite – Maè – Vajont sono le seguenti:
  • La centrale di Pontesei, in caverna (…)
  • La centrale di Gardona, pure in caverna (…)
  • La centrale di Colomber, pure in caverna, ricavata a fianco della diga del Vajont utilizzante il dislivello…
  • Gli impianti Brentella-Basso Piave utilizzano l’acqua derivata a scopo irriguo … fra le quote 170 m e 132 m (con) l’opera di presa sul Piave ubicata immediatamente a valle di Fener…
  • La centrale di Pederobba, in esercizio dal …
  • centrale di Croce del Gallo, entrata in servizio nel …
  • … il canale di Castelviero e la Centrale omonima… ».    (…)



Dal volume Le dighe e le centrali idroelettriche del Bacino del PiaveC. Pavan Ed., Treviso, 2001

giovedì 3 maggio 2012

Navigare sul Po - Indici

INDICE GENERALE
Introduzione
Una famiglia di barcari
Maria e Attilio
Il matrimonio e il trasferimento di Maria in Polesine
La partenza di Attilio per il Belgio e l'alluvione del 1951
Polesine, l'alluvione del '51 (cenni storici)
A Charleroi
Il burcio Charleroi
L'incidente
Adriano Gnan, dai vecchi burci alle moderne chiatte: una vita sul Po
Con il padre, sul Charleroi
Sul Sile, con gli ultimi burci
Sul Po
Le barche e gli armatori
Le merci
Navigare sul Po


INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI

1 - Adriano Gnan e il nonno Vittorio, sul Po nel 1961
2 - Il burcio Charleroi di Attilio Gnan ormeggiato a Fossa Serena, Lago Superiore di Mantova
3 - Maria Toffolo
4 - Fiume Sile, barche e campagna al porto di Melma/Silea fra le due guerre
5 - Ordine di sgombero di Rovigo, ore 24 del 17.11.1951 - Dal Gazzettino «... abbandonare immediatamente la città con tutti i mezzi, anche a piedi ... dirigersi verso Boara Pisani, ove troveranno autocolonne che li avvieranno verso Padova.»
6 - La rotta del Po semina la morte e la rovina nelle terre del Polesine... - Gazzettino, 14.11.1951
7 - Intorno a Mantova i tre laghi sono un unico piccolo mare - Gazzettino 16.11.1951
8 - Attilio Gnan con casco, lampada e piccone in attesa di scendere nel pozzo della miniera di Goutroux
9 - Il minatore (le mineur...) - Foto tratta dalla rivista trimestrale Chez Nous edita dalla società mineraria Charbonnages de Monceau-Fontaine presso la quale lavorava Attilio Gnan
10 - Attilio Gnan a passeggio per Charleroi con i figli
11 - Attilio e i figli sul Charleroi appena comprato. Il burcio è ormeggiato alla piarda di Contarina con un carico di massi di trachite provenienti da Battaglia Terme
12 - Attilio Gnan al timone del Charleroi nel 1965, fotografato dal figlio Adriano
13 - Adriano Gnan
14 - Adriano a ca. tre anni ripreso nella piarda di Contarina con, alle spalle, il burcio Maria Luisa  del cugino Aderito Gnan
1961 - Adriano in bici a Ferrara, stabilimento Montecatini in riva al canale Boicelli. Alle sue spalle il burcio Gilberto di Leonardo Baraldi di Corbola. 
15 - Il primo libretto di navigazione (1965)
16 - Banchina di Sile, 1965 - Adriano con Giuseppe Verganesi Popolòto da Battaglia Terme sul Charleroi carico di balle di cellulosa destinate alla cartiera Burgo di Mignagola
17 - Schema dell'idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco-Po di Levante
18 - La vecchia conca di Volta Grimana (1931), nodo cruciale di tutta la navigazione interna padano-veneta
19 - La nuova conca di Volta Grimana - Foto del 2005.
20 - Spintore fluviale di ultima generazione (Società Fluvio Padana)
21 - Convoglio formato da spintore e chiatta per carico secco
22 - La Lago Turkana vista da poppa. La motonave, ormeggiata alla raffineria IES nel Lago di Mezzo (Mantova) è in attesa di caricare olio combustibile per le centrali di Ostiglia e Sermide - (1993)
23 - Note del capitano Gnan per il passaggio sotto i ponti di Casalmaggiore e Borgoforte
24 - Particolare di un Bollettino dei fondali inviato ai naviganti sul Po dal Centro operativo di Boretto (8.10.2004)
25 - Appunto del cap. Gnan sull'ultimo giorno di navigazione (20.3.2004)

In copertina - 1965, Attilio Gnan in navigazione sul Lago Inferiore di Mantova con il Charleroi carico di legname destinato alla cartiera Burgo (Lago Superiore)
Nel retro copertina - 1965, Il Charleroi in sosta nel mandracchio della conca vecchia di Volta Grimana con un carico di tronchi di pioppo (borèi, in veneto) destinati alla cartiera Burgo di Mantova. Accanto al Charleroi il burcio Adelia di Sante Rustinelli (Villa Savoia, Mantova), vuoto e in attesa di partire per Porto Marghera. 

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Navigare sul Po - Distanze fluviali dettagliate fra Venezia e Pavia


Tabella tratta da Il primo libro del barcaro (Venezia, 1957)  

Si trova nella III di copertina di Navigare sul Po, Camillo Pavan 2006.

libro  € 9,00   ebook  € 2,49





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Navigare sul Po - Prologo ed epilogo

storia della nivigazione fluviale
Pagina iniziale

«Mi raccontava mio nonno Vittorio (1886 - 1964) che anche suo nonno era barcaiolo. All’epoca abitava proprio alle foci grandi del Po, a Tolle». 
Inizia così il racconto di Adriano Gnan, classe 1948, che dell’antica famiglia di barcari conosciuti come Trivèa, è l’ultimo erede 1.
Adriano, dopo una vita lavorativa trascorsa prima come barcaro sui tradizionali bùrci, poi come comandante delle moderne chiatte fluviali che navigano sul Po, è da poco in pensione. L’abbiamo conosciuto nel corso di una precedente ricerca sui “mestieri del fiume” 2 dedicata alla località di Casier. Ricerca patrocinata da Glauco Stefanato, operatore turistico con proprie imbarcazioni sul Sile e la laguna di Venezia e ultimo esponente di una famiglia di barcari originaria dal Livenza nel XVII secolo.
Po e Livenza, due fiumi lontani, ma parte entrambi di quel complesso reticolo di vie d’acqua interne che per secoli ha rappresentato la struttura portante delle attività economiche che dalla Lombardia, dall’Emilia e dal Friuli gravitavano su Venezia, la repubblica dominatrice dei traffici con l’Oriente.
Il periodo a cui risalgono le prime sfumate memorie della famiglia Gnan, inizio Ottocento, era ancora l’epoca d’oro della navigazione fluviale. Le grandi strade erano poche, maltenute, insicure. Le vie d’acqua invece, pur con la variabilità stagionale del livello dei fiumi (soprattutto del Po) rappresentavano di gran lunga le vie di comunicazione più sicure e sfruttate.
Il primo duro colpo alla navigazione interna fu inferto dall’avvento della ferrovia, a partire da metà Ottocento. Il colpo mortale arrivò un secolo più tardi con la scelta strategica del secondo dopoguerra di puntare sul trasporto su gomma. Da allora, nel breve volgere di un paio di decenni, scomparvero per sempre i tradizionali bùrci. Rimase, sia pure ridotta ad un ruolo sempre più marginale, la navigazione sul Po.
Di questi ultimi sessant’anni di storia della navigazione (e non solo) proponiamo uno spaccato sulla base delle testimonianze in prima persona del capitano Adriano Gnan e di sua madre Maria Toffolo.
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1 -  Adriano Gnan ha una sorella (Amalia, 1950) e un fratello (Diego, 1960) che, dopo aver frequentato l’istituto nautico a Venezia ha navigato per mari e oceani, prima di approdare anche lui sul Po. Vi è rimasto una decina d’anni, poi si è ritirato in terraferma. Attualmente è impiegato in una grossa ditta di ferramenta, a Motta di Livenza e coltiva l’hobby della montagna (è istruttore di roccia…).
Il figlio di Adriano (Andrea, 1976) è laureato e lavora in banca.
2 -  C. Pavan, "Sile. La piarda di Casier. Barcari, burci, draghe e squeri", 2005. L’espressione I mestieri del fiume è mutuata dal titolo di un libro curato da Pier Giovanni Zanetti, pubblicato da “Terra d’Este” nel 1998.


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Dopo quarant’anni sul Po, raggiunto il massimo della pensione, alle otto del mattino di sabato 20 marzo 2004, Adriano Gnan dice addio alla navigazione. Sei scarne parole nel suo taccuino, sotto il timbro del rimorchiatore Mantova registrano l’evento, senza nulla concedere a nostalgia, rimpianti o commozione. «Sbarcato (definitivamente) a Pontelagoscuro ore 08,00».
Una foto, scattata con una macchinetta di fortuna da un collega, fissa il momento dello sbarco. Adriano vi appare sereno, tranquillo. Sembra quasi un signore che passa di là per caso.
Ma colpisce quella parola tra parentesi: definitivamente. Non solo perché è la presa d’atto della fine di un percorso individuale di lavoro, ma perché ci ricorda che, con il comandante Adriano, dice addio al Po l’ultimo erede di una famiglia di barcari polesani (Gnan Trivèa) che da almeno duecento anni navigava sulle acque del Grande Fiume.
Quel 20 marzo 2004 una pagina di storia si chiudeva. Per sempre.


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